Traduzione della nuova intervista pubblicata il 5 Febbraio 2013 da parte di Killyourstereo.com (sito australiano) a Sergio Vega.
Ciao Sergio, come va?
Ciao Kane, sta andando bene, te?
Molto bene, grazie. E' una giornata gradevole, non mi posso lamentare.
Fantastico.
Il tour australiano arriverà un po' in là nel tempo, ma so che state per cominciare qualche data in Europa e Stati Uniti. Qual è il vostro stato d'animo durante i concerti?
Siamo tutti entusiasti. Siamo molto felici. Abbiamo creato un disco che ci sembra molto buono e stiamo bene insieme. Abbiamo fatto un po' di concerti con gli Scars on Broadway ed è stato parecchio divertente. Siamo impazienti di ritrovarci e suonare le canzoni – vecchie canzoni e nuove canzoni.
Te lo stavo per chiedere, quando suonate le nuove canzoni, che non avete suonato molte volte, che succede nella testa? State pensando, "oddio, qui abbiamo un cambio di tempo o una veloce transizione là." Le analizzate un po' di più?
No, questo è da scemi [risate]. La chiave è la preparazione. In pratica, cerchiamo di usare le cinque P – proper preparation prevents poor performance (giusta prerarazione per evitare scarse performance). Facciamo pratica tra di noi insieme e quando è il momento di suonarle non abbiamo problemi. Sentiamo delle ottime vibrazioni tra di noi. Ci sono un po' di comunicazioni non verbali, come guardarsi negli occhi, e recepire i vari indizi che si danno per capire cosa sta accadendo, e iniziare ad essere connessi, come una cosa unica. Ma la peggior cosa da fare è essere tipo, "bene, questo deve essere qua e quello andrà li." Devi lasciar volare.
So che nelle interviste dell'anno scorso quando Koi No Yokan stava per uscire, vi hanno chiesto molte volte di descrivere come suonava l'album. Ora che è passato qualche mese, guardando indietro a quando è uscito, che cosa ti rende più orgoglioso del disco?
Sono molto orgoglioso che le persone lo apprezzino. Mi ha fatto piacere realizzare l'album e mi piace essere un membro di questo gruppo, creare canzoni e scriverle, è stato meraviglioso. Io lo penso come una totalità. E l'esperienza d'insieme è stata fantastica. Quindi sono molto orgoglioso dell'abilità nel fare questo insieme ai miei amici, è come una grande opportunità e mi piace aver fatto parte di essa.
Come hai detto, scrivere con i tuoi amici, questa è la seconda volta per te dove sei stato parte della scrittura di un intero disco. E' stata più semplice questa volta?
Non lo so. Entrambi gli album hanno presentato le loro sfide per un certo senso e sono stati entrambi molto emozionanti, e il secondo ha dato una prova migliore del primo per quanto riguarda le preoccupazioni, io ho avuto maggior peso e questa cosa è stata emozionante da fare, e mi sono sentito molto bene al riguardo. Avere l'opportunità di lavorare con le canzoni e sulle idee, ognuno nella band è veramente dentro al suono, ed è diventato parte di questi fantastici suoni. Abbiamo speso molto tempo in questa cosa. Dare il massimo per l'album, io ho avuto un paio di mesi per stare da solo con me stesso e creare dei buoni abbozzi di basso. Quando ci siamo riuniti avevo i miei suoni e le mie canzoni da prendere e mescolare, è stato fantastico poter avere una possibilità di creare musica. Penso che ognuno si sia sentito così, è una cosa palese che si leggeva sul volto di tutti, ognuno è influenzato nel fare musica.
Ognuno è anche dentro agli altri, quindi se qualcuno arriva con qualcosa, un'altra persona riesce rapidamente a saltare e prova a costruire qualcosa e lo porta al livello successivo – aggiungere un'altra parte, tutti sono concentrati sul compito. Abbiamo creato una buona struttura in termini di tempistica, siamo andati in studio per sei o sette ore, cinque o sei giorni a settimana e la tempistica era tale che potemmo fare sia di mattina che di sera. Non è torturandosi attorno alle idee che superi gli ostacoli nel fare musica, finisce che lo senti come un dolore. Invece è stato fantastico creare insieme. Molto è stato fatto con preparazione e intento. Ognuno ha messo in pista le proprie idee migliori. So che è banale e che l'ho detto molte volte in questa intervista, ma ognuno è stato emozionato nel creare musica. Ognuno è un fan della musica, e noi siamo fan l'un dell'altro. Questa è stata una delle cose meravigliose nell'entrare nella band, vedere gli sguardi che le persone si danno quando non se ne accorgono [risate], perchè sono attizzati del fatto che sono li e questo si trasferisce quando suoniamo dal vivo. Rende i nostri concerti genuini, in realtà non sono le prestazioni, è come espressione di queste canzoni che siamo entusiasti.
Questa è una domanda strana, ma so che il tuo passato è radicato a New York e nell'hardcore. Ci sono differenze tra come si approcciano i musicisti della costa est e quelli della costa ovest nello scrivere canzoni?
Non molto. Penso ci siano delle differenze da persona a persona basate sulla personalità. La fortuna al riguardo di questa situazione è avere un gruppo di persone molto collaborativo. Ognuno qui è entusiasta nel presentare idee come nel saltare in quelle di altri. Non c'è modo di dire dove una canzone sta andando e chi sta facendo in modo di fare cosa o chi sta per dirlo. La terminologia che mi piace usare per le nostre canzoni, non è chi le scrive, ma chi le nutre. A volte qualcuno arriva con il primo riff, ma non significa che è la fine della sotria. Ognuno ci salta sopra e aiuta a creare questa canzone ed è un'amalgamazione di differenti entità. Nick Raskulinecz, il nostro produttore, era li e ha guidato in maniera strumentale la nostra energia e il nostro spirito, e non ci ha interferito nelle canzoni nel senso di dire, "questa è la parte, fai questo!". Lui ha realizzato dove stavamo andando e ci ha fatto vedere quello che stavamo pensando. Con cinque persone, qualche volta se n'è uscito con qualcosa tipo "questo ragazzo qui sta facendo qualcosa, guardate che sta facendo." E' molto bravo nel percepire se qualcosa accade nel gruppo e aiutarlo a riprendere energia. E lo considero un grande produttore, perchè spesso le persone pensano che i produttori non facciano nulla oppure diano troppo e lui è un perfetto bilanciamento nel tirar fuori il meglio di te, e aiutare tutti a prendere le idee che abbiamo sviluppato come gruppo, ma senza "suona questo o vai li e fai questo". Lui dà uno sguardo ai nostri arrangiamenti e non si mette a dire "Hey, perchè non provi a scambiare questo con quell'altro". Non è mai troppo. E' solo questo super intenso entusiasmo e affermazione di noi come individuali che ti fa sentire molto bene. Lui fa sviluppare qualsiasi persona.
L'hai detto un momento fa, come una band crea musica e come ci si alimenti a vicenda, che cosa ti tiene motivato come musicista dopo tutti questi anni?
E' fantastico. Arrivo da un passato dove la maggior parte dei miei familiari sono coinvolti nell'arte in qualche modo, che sia arte visiva o musica o scritta o abilità artistica. E' la propria taglia. Non significa niente. E' solamente lo scopo dell'esistenza. Da quando mi sveglio cerco di fare qualcosa di creativo ogni giorno e non è importante se le persone lo ascoltano o no, e questo accade ogni giorno. Quando abbiamo un giorno libero, ho uno studio in camera mia e ho tutti i modi per esprimere me stesso. Ho un quaderno dove appuntare e varie cose. Sento che è importante fare qualcosa ogni giorno. Se non stai facendo qualche sorta di visione, lascialo fare a qualcun altro, non c'è una via di mezzo.
Ovviamente hai raggiunto un'ottimo traguardo, ma c'è ancora qualcosa nel cassetto dei desideri ancora da raggiungere?
Mi piace scrivere canzoni e rimanere senza parole [risate]. La cosa a cui aspiro è continuare a fare questo e stare in salute per farlo per parecchio tempo. Non sono molto preoccupato per altre cose. Mi piacciono i miei amici e amo la mia famiglia, e mi piace creare con loro. Quando sono a casa, non ho una televisione. Ho una grande famiglia e abbiamo un mucchio di chitarre e un mucchio di bassi e tutti facciamo qualcosa. Il mio scopo è essere capace di continuare a farlo [risate].
So che i concerti australiani sono tra qualche mese, ma che cosa vi ha fatto tornare in australia?
Mi piace molto l'australia. Eravamo qui per il Big Day Out ed è stato magnifico. Per quanto lontana sia l'Australia quello che mi porto dietro è la qualità. La qualità delle persone e come sono simpatiche e il cibo era molto buono… e il caffè [risate].
C'è qualche sorta di orgoglio in qualsiasi cosa. Andare in un bar e prendere un caffè fantastico e rimanere senza parole con le persone che trovi. Non ho molti amici laggiù, ma mi ricordo solo di girare in città differenti e sperimentare cose e pensare che erano solo di prim'ordine.
Prima hai menzionato come sei vicino alla tua famiglia ed amici e come sono importanti loro per te, è questa la cosa più difficile quando parti per il tour, lasciare quello stile di vita e quelle persone?
Ipotizzo che la vita da tour sia un'estensione di questo anche se è un gruppo di persone differenti. La cosa fortunata nello stare con dei Deftones è che sono a tutti gli effetti una famiglia, e ognuno è felice di essere coinvolto e rispetta gli altri, e c'è una buona amicizia. E' per tutti un sacrificio perchè in qualche modo lo stiamo facendo tutti; ci carica l'esperienza perchè abbiamo delle persone che ci mancano e abbiamo del tempo che non riusciamo a spendere con chi ci piacerebbe. Ma tutti abbiamo questa cosa e questo ci aiuta di più a fare quello che facciamo in maniera speciale. Non c'è nessun modo per metterti al di fuori e fare le cose giusto per fale. Deve essere qualcosa in cui sei presente ed entusiasta al riguardo e il fatto che ognuno ha qualcosa che deve sacrificare, nel senso del proprio mondo personale, ci uniamo di più e questo ci dà degli altri scopi e obbiettivi. Siamo entusiasti di fare musica ma anche di avere persone che aspettano per vederci, e lo sappiamo che siamo distanti da casa e dai nostri famigliari. Vogliamo mettere davanti le nostre cose migliori ed essere sicuri che non è per nessuna ragione tranne quella di aprezzare l'esperienza in sè. Molte cose sono difficili durante il tour, è come sentire e fare le cose in maniera più emozionante. Oserei dire che il gruppo è concentrato nel fare il meglio possibile.
Prima di lasciarci ci sono delle parole che vuole dire ai nostri lettori?
Quando saremo in Australia speriamo di farci qualche amico e di fare dei bei concerti. Siamo emozionati nel venire in Australia e suonare alcuni pezzi di questo nuovo disco, e condividere la serata con le persone.
Eccellente, grazie per la parlata Sergio e buon proseguimento di giornata.
Grazie mille per il tempo trascorso a parlare, lo apprezzo.
Non preoccuparti, grazie per questo.
Ci vediamo presto.
Traduzione della nuova intervista pubblicata il 5 Febbraio 2013 da parte di Killyourstereo.com (sito australiano) a Sergio Vega.
Ciao Sergio, come va?
Ciao Kane, sta andando bene, te?
Molto bene, grazie. E’ una giornata gradevole, non mi posso lamentare.
Fantastico.
Il tour australiano arriverà un po’ in là nel tempo, ma so che state per cominciare qualche data in Europa e Stati Uniti. Qual è il vostro stato d’animo durante i concerti?
Siamo tutti entusiasti. Siamo molto felici. Abbiamo creato un disco che ci sembra molto buono e stiamo bene insieme. Abbiamo fatto un po’ di concerti con gli Scars on Broadway ed è stato parecchio divertente. Siamo impazienti di ritrovarci e suonare le canzoni – vecchie canzoni e nuove canzoni.
Te lo stavo per chiedere, quando suonate le nuove canzoni, che non avete suonato molte volte, che succede nella testa? State pensando, “oddio, qui abbiamo un cambio di tempo o una veloce transizione là.” Le analizzate un po’ di più?
No, questo è da scemi [risate]. La chiave è la preparazione. In pratica, cerchiamo di usare le cinque P – proper preparation prevents poor performance (giusta prerarazione per evitare scarse performance). Facciamo pratica tra di noi insieme e quando è il momento di suonarle non abbiamo problemi. Sentiamo delle ottime vibrazioni tra di noi. Ci sono un po’ di comunicazioni non verbali, come guardarsi negli occhi, e recepire i vari indizi che si danno per capire cosa sta accadendo, e iniziare ad essere connessi, come una cosa unica. Ma la peggior cosa da fare è essere tipo, “bene, questo deve essere qua e quello andrà li.” Devi lasciar volare.
So che nelle interviste dell’anno scorso quando Koi No Yokan stava per uscire, vi hanno chiesto molte volte di descrivere come suonava l’album. Ora che è passato qualche mese, guardando indietro a quando è uscito, che cosa ti rende più orgoglioso del disco?
Sono molto orgoglioso che le persone lo apprezzino. Mi ha fatto piacere realizzare l’album e mi piace essere un membro di questo gruppo, creare canzoni e scriverle, è stato meraviglioso. Io lo penso come una totalità. E l’esperienza d’insieme è stata fantastica. Quindi sono molto orgoglioso dell’abilità nel fare questo insieme ai miei amici, è come una grande opportunità e mi piace aver fatto parte di essa.
Come hai detto, scrivere con i tuoi amici, questa è la seconda volta per te dove sei stato parte della scrittura di un intero disco. E’ stata più semplice questa volta?
Non lo so. Entrambi gli album hanno presentato le loro sfide per un certo senso e sono stati entrambi molto emozionanti, e il secondo ha dato una prova migliore del primo per quanto riguarda le preoccupazioni, io ho avuto maggior peso e questa cosa è stata emozionante da fare, e mi sono sentito molto bene al riguardo. Avere l’opportunità di lavorare con le canzoni e sulle idee, ognuno nella band è veramente dentro al suono, ed è diventato parte di questi fantastici suoni. Abbiamo speso molto tempo in questa cosa. Dare il massimo per l’album, io ho avuto un paio di mesi per stare da solo con me stesso e creare dei buoni abbozzi di basso. Quando ci siamo riuniti avevo i miei suoni e le mie canzoni da prendere e mescolare, è stato fantastico poter avere una possibilità di creare musica. Penso che ognuno si sia sentito così, è una cosa palese che si leggeva sul volto di tutti, ognuno è influenzato nel fare musica.
Ognuno è anche dentro agli altri, quindi se qualcuno arriva con qualcosa, un’altra persona riesce rapidamente a saltare e prova a costruire qualcosa e lo porta al livello successivo – aggiungere un’altra parte, tutti sono concentrati sul compito. Abbiamo creato una buona struttura in termini di tempistica, siamo andati in studio per sei o sette ore, cinque o sei giorni a settimana e la tempistica era tale che potemmo fare sia di mattina che di sera. Non è torturandosi attorno alle idee che superi gli ostacoli nel fare musica, finisce che lo senti come un dolore. Invece è stato fantastico creare insieme. Molto è stato fatto con preparazione e intento. Ognuno ha messo in pista le proprie idee migliori. So che è banale e che l’ho detto molte volte in questa intervista, ma ognuno è stato emozionato nel creare musica. Ognuno è un fan della musica, e noi siamo fan l’un dell’altro. Questa è stata una delle cose meravigliose nell’entrare nella band, vedere gli sguardi che le persone si danno quando non se ne accorgono [risate], perchè sono attizzati del fatto che sono li e questo si trasferisce quando suoniamo dal vivo. Rende i nostri concerti genuini, in realtà non sono le prestazioni, è come espressione di queste canzoni che siamo entusiasti.
Questa è una domanda strana, ma so che il tuo passato è radicato a New York e nell’hardcore. Ci sono differenze tra come si approcciano i musicisti della costa est e quelli della costa ovest nello scrivere canzoni?
Non molto. Penso ci siano delle differenze da persona a persona basate sulla personalità. La fortuna al riguardo di questa situazione è avere un gruppo di persone molto collaborativo. Ognuno qui è entusiasta nel presentare idee come nel saltare in quelle di altri. Non c’è modo di dire dove una canzone sta andando e chi sta facendo in modo di fare cosa o chi sta per dirlo. La terminologia che mi piace usare per le nostre canzoni, non è chi le scrive, ma chi le nutre. A volte qualcuno arriva con il primo riff, ma non significa che è la fine della sotria. Ognuno ci salta sopra e aiuta a creare questa canzone ed è un’amalgamazione di differenti entità. Nick Raskulinecz, il nostro produttore, era li e ha guidato in maniera strumentale la nostra energia e il nostro spirito, e non ci ha interferito nelle canzoni nel senso di dire, “questa è la parte, fai questo!”. Lui ha realizzato dove stavamo andando e ci ha fatto vedere quello che stavamo pensando. Con cinque persone, qualche volta se n’è uscito con qualcosa tipo “questo ragazzo qui sta facendo qualcosa, guardate che sta facendo.” E’ molto bravo nel percepire se qualcosa accade nel gruppo e aiutarlo a riprendere energia. E lo considero un grande produttore, perchè spesso le persone pensano che i produttori non facciano nulla oppure diano troppo e lui è un perfetto bilanciamento nel tirar fuori il meglio di te, e aiutare tutti a prendere le idee che abbiamo sviluppato come gruppo, ma senza “suona questo o vai li e fai questo”. Lui dà uno sguardo ai nostri arrangiamenti e non si mette a dire “Hey, perchè non provi a scambiare questo con quell’altro”. Non è mai troppo. E’ solo questo super intenso entusiasmo e affermazione di noi come individuali che ti fa sentire molto bene. Lui fa sviluppare qualsiasi persona.
L’hai detto un momento fa, come una band crea musica e come ci si alimenti a vicenda, che cosa ti tiene motivato come musicista dopo tutti questi anni?
E’ fantastico. Arrivo da un passato dove la maggior parte dei miei familiari sono coinvolti nell’arte in qualche modo, che sia arte visiva o musica o scritta o abilità artistica. E’ la propria taglia. Non significa niente. E’ solamente lo scopo dell’esistenza. Da quando mi sveglio cerco di fare qualcosa di creativo ogni giorno e non è importante se le persone lo ascoltano o no, e questo accade ogni giorno. Quando abbiamo un giorno libero, ho uno studio in camera mia e ho tutti i modi per esprimere me stesso. Ho un quaderno dove appuntare e varie cose. Sento che è importante fare qualcosa ogni giorno. Se non stai facendo qualche sorta di visione, lascialo fare a qualcun altro, non c’è una via di mezzo.
Ovviamente hai raggiunto un’ottimo traguardo, ma c’è ancora qualcosa nel cassetto dei desideri ancora da raggiungere?
Mi piace scrivere canzoni e rimanere senza parole [risate]. La cosa a cui aspiro è continuare a fare questo e stare in salute per farlo per parecchio tempo. Non sono molto preoccupato per altre cose. Mi piacciono i miei amici e amo la mia famiglia, e mi piace creare con loro. Quando sono a casa, non ho una televisione. Ho una grande famiglia e abbiamo un mucchio di chitarre e un mucchio di bassi e tutti facciamo qualcosa. Il mio scopo è essere capace di continuare a farlo [risate].
So che i concerti australiani sono tra qualche mese, ma che cosa vi ha fatto tornare in australia?
Mi piace molto l’australia. Eravamo qui per il Big Day Out ed è stato magnifico. Per quanto lontana sia l’Australia quello che mi porto dietro è la qualità. La qualità delle persone e come sono simpatiche e il cibo era molto buono… e il caffè [risate].
C’è qualche sorta di orgoglio in qualsiasi cosa. Andare in un bar e prendere un caffè fantastico e rimanere senza parole con le persone che trovi. Non ho molti amici laggiù, ma mi ricordo solo di girare in città differenti e sperimentare cose e pensare che erano solo di prim’ordine.
Prima hai menzionato come sei vicino alla tua famiglia ed amici e come sono importanti loro per te, è questa la cosa più difficile quando parti per il tour, lasciare quello stile di vita e quelle persone?
Ipotizzo che la vita da tour sia un’estensione di questo anche se è un gruppo di persone differenti. La cosa fortunata nello stare con dei Deftones è che sono a tutti gli effetti una famiglia, e ognuno è felice di essere coinvolto e rispetta gli altri, e c’è una buona amicizia. E’ per tutti un sacrificio perchè in qualche modo lo stiamo facendo tutti; ci carica l’esperienza perchè abbiamo delle persone che ci mancano e abbiamo del tempo che non riusciamo a spendere con chi ci piacerebbe. Ma tutti abbiamo questa cosa e questo ci aiuta di più a fare quello che facciamo in maniera speciale. Non c’è nessun modo per metterti al di fuori e fare le cose giusto per fale. Deve essere qualcosa in cui sei presente ed entusiasta al riguardo e il fatto che ognuno ha qualcosa che deve sacrificare, nel senso del proprio mondo personale, ci uniamo di più e questo ci dà degli altri scopi e obbiettivi. Siamo entusiasti di fare musica ma anche di avere persone che aspettano per vederci, e lo sappiamo che siamo distanti da casa e dai nostri famigliari. Vogliamo mettere davanti le nostre cose migliori ed essere sicuri che non è per nessuna ragione tranne quella di aprezzare l’esperienza in sè. Molte cose sono difficili durante il tour, è come sentire e fare le cose in maniera più emozionante. Oserei dire che il gruppo è concentrato nel fare il meglio possibile.
Prima di lasciarci ci sono delle parole che vuole dire ai nostri lettori?
Quando saremo in Australia speriamo di farci qualche amico e di fare dei bei concerti. Siamo emozionati nel venire in Australia e suonare alcuni pezzi di questo nuovo disco, e condividere la serata con le persone.
Eccellente, grazie per la parlata Sergio e buon proseguimento di giornata.
Grazie mille per il tempo trascorso a parlare, lo apprezzo.
Non preoccuparti, grazie per questo.
Ci vediamo presto.
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